
La società Cambridge Analytica accusata di aver violato i dati personali di milioni di utenti Facebook per scopi elettorali non ha retto allo scandalo.
Ieri in tarda serata, la società in un comunicato stampa, ha dichiarato bancarotta ed annunciato l’apertura delle procedure di insolvenza.
La Cambridge Analytica, a seguito dello scandalo Facebook, che la vedeva coinvolta nell’uso improprio di dati personali di milioni di persone, acquisiti in maniera impropria, non è riuscita a contenere le perdite derivanti dalla fuga di moltissimi clienti e dalle ingenti spese legali che dovrà sostenere.
Lo scandalo risale allo scorso marzo, quando a seguito di un inchiesta condotta da The Observer, The Guardian e il New York Times si è scoperto che la Cambridge Analytica aveva violato i profili Facebook di milioni di americani, per influenzare la campagna elettorale presidenziale americana.
L’ex dipendente della società britannica, Christopher Wylie, aveva rivelato ai tre quotidiani che la società attraverso i dati acquisiti da profili personali Facebook degli elettori americani e attraverso la loro elaborazione era in grado di influenzarne le scelte politiche.
L’azienda londinese attraverso l’utilizzo di messaggi propagandistici mirati, volti ad influenzare l’elettorato americano sfruttandone le debolezze personali. Dall’inchiesta condotta dai tre quotidiani americani è emerso il ruolo fondamentale svolto dalla società britannica durante la campagna elettorale di Trump.
In un estremo tentativo di difendere la sua reputazione ed il suo operato, ad aprile, la Cambridge Analytica ha dovuto inevitabilmente sospendere l’amministratore delegato Alexander Nix.
Quest’ultimo registrato da una giornalista di Channel 4, fintasi una possibile cliente, si vantava delle tattiche elettorali poco ortodosse ma molto efficaci da utilizzare per distruggere gli avversari politici.
Tutto ciò, però, non è bastato ad evitare la bancarotta. Tuttavia, molti ritengono che la chiusura della società britannica sia solo un operazione di facciata, per sedare i contenziosi e poter proseguire la propria attività.
Non bisogna dimenticare che la Cambridge Analytica è solo una delle tante società del gruppo Scl, pertanto, non è improbabile che la stessa continui ad operare occultamente.