
Il Presidente Conte, in queste ore, è a lavoro per determinare il nuovo DPCM con i provvedimenti necessari per affrontare in sicurezza la fase 2 dell’emergenza
L’emanazione del nuovo DPCM è prevista per sabato 11 aprile. Le misure restrittive previste fino al 13 aprile con molta probabilità verranno prolungate fino al 4 maggio ma si parla di una possibile riapertura di alcune aziende che potranno riprendere le attività subito dopo le vacanze pasquali.
Forti pressioni da Confindustria e sindacati
Bisognerà aspettare l’uscita del decreto ma alla luce delle evidenze scientifiche è sempre più forte la possibilità che dopo Pasqua alcune imprese possano tornare alle proprie attività. Tra le possibili riaperture ci sono: le aziende meccaniche e di supporto al settore agroalimentare, oltre alla movimentazioni di merci giacenti nei magazzini. Inoltre, nelle ultime ore, si è parlato anche della ripresa di attività quali librerie, cartolerie e pasticcerie. Da questa seconda fase resterebbero esclusi, però, i ristoranti e le tavole calde che potranno soltanto iniziare a consegnare cibo d’asporto. È, inevitabile pensare che le pressioni di Confindustria inizino a far leva sulle scelte del Governo.
Inizio Fase 2
Il Presidente Conte nei giorni scorsi aveva dichiarato: “Dobbiamo iniziare a predisporci per qualche misura di allentamento, perché il lockdown non può durare troppo a lungo e la sospensione dell’attività economica va contenuta il più possibile”. Alla luce degli ultimi dati sul contagio (la curva sembra da alcuni giorni essere stabile), è arrivato il momento di attivare la Fase 2 . Per la ripartenza è necessaria la definizione di nuove regole e modelli organizzativi sociali ed economici in un’ottica di prevenzione e anti-diffusione del contagio da Coronavirus.
NO alla riapertura delle scuole
Oggi, è arrivato il parere negativo del comitato tecnico scientifico sulla riapertura delle scuole. Le scuole non riapriranno il 18 maggio, tutto sarà rinviato a settembre. Secondo l’opinione degli esperti sarebbe troppo pericoloso in questa momento far rientrare a scuola gli 8 milioni e mezzo di studenti e i quasi 2 milioni tra professori e personale scolastico. Scatta quindi il piano B: niente esame di terza media e maturità ridotta al solo colloquio orale.
Purtroppo il piano B, così come fino ad oggi illustrato, è molto carente. L’esame di terza media così come quello di maturità sono veri e propri riti di passaggio. Rappresentano una sfida e l’inevitabile stress che li accompagna contribuisce a formare il carattere delle future generazioni, per questo bisognerebbe a mio avviso pensare ad un modo innovativo per far sostenere l’esame, piuttosto che annullarlo del tutto. Un’idea potrebbe essere quella di creare una banca dati, dalla quale attingere le domande d’esame, un po’ come avviene per le preselettive per i concorsi pubblici ed effettuare i test online direttamente da casa.