
Il vasto e variegato mondo della cultura rappresenta oggi senza dubbio uno dei settori maggiormente colpiti in Italia dall’ emergenza Coronavirus
Per affrontare la crisi in corso un gruppo di Assessori alla Cultura facenti capo ad alcuni Comuni italiani ha indirizzato una lettera al Ministro Dario Franceschini. Da una videoconferenza svoltasi nella giornata di ieri sono emerse alcune proposte per sostenere imprenditori e professionisti del comparto.
Cultura: la sua crisi per l’emergenza Coronavirus
Da circa un mese a questa parte, il mondo della cultura in Italia sta vivendo forse la sua più profonda crisi dal secondo dopoguerra. Il governo nazionale ha infatti decretato, in virtù dell’emergenza Coronavirus, la chiusura al pubblico di musei, biblioteche, archivi, cinema e teatri.
Tale situazione si sta riversando con effetti negativi anche sul comparto turistico, creando così enormi difficoltà a professionisti e imprenditori. Un durissimo colpo in una stagione, come la primavera, in cui le attività tendono a riprendere in maniera significativa dopo il consueto calo invernale.
Una lettera ed una petizione indirizzate a Franceschini
In virtù di questa drammatica situazione un gruppo di Assessori alla Cultura, appartenenti a vari Comuni italiani, ha chiesto ed ottenuto ieri un incontro in videoconferenza con il Ministro Dario Franceschini.
A proporre per primo l’iniziativa, mediante una lettera, è stato Luca Bergamo, Vice Sindaco di Roma con Delega proprio al settore in questione.
Al suo monito hanno voluto unirsi i colleghi di Milano, Genova, Palermo, Torino, Bologna, Napoli, Venezia, Ancona, Bari, Cagliari e Firenze.
“La sospensione totale delle attività culturali è stata la prima delle misure di riduzione della socialità, prima nelle regioni settentrionali e poi in tutta Italia – si legge nella missiva – Ora sono indispensabili e non rinviabili misure che ne assorbano gli impatti”.

Purtroppo, già prima dell’emergenza Coronavirus, molti professionisti ed imprenditori del comparto cultura non avevano una situazione economica solida alle spalle.
In tanti casi le forme contrattuali pattuite erano e sono tuttora abbastanza precarie e prive delle dovute garanzie. Tutto questo nonostante la crescita dei flussi turistici registratasi negli ultimi anni e le numerose iniziative introdotte anche dallo stesso Mibact.
Alla lettera inviata a Franceschini è stata allegata una petizione sottoscritta anche da noti esponenti dello spettacolo, come l’attore Stefano Accorsi, il danzatore Roberto Bolle ed il regista Pupi Avati.
Le proposte emerse nella videoconferenza
L’esito della videoconferenza di ieri con Franceschini è stato sicuramente positivo. L’intenzione del Ministro è di valutare l’emanazione di alcune misure proposte dagli Assessori.
In primis recuperare le perdite derivanti dal mancato percepimento delle tasse di soggiorno comunali durante l’intero periodo del lockdown.
Successivamente, aiutare imprese e cooperative culturali attraverso la ricerca di nuovi sponsor. In questo caso, la prospettiva è di allargare maggiormente la platea dei mecenati mediante l’incentivo fiscale dell’Art Bonus.
Infine, Ministro e Assessori si sono dichiarati favorevoli a misure di sostegno per i lavoratori precari dello spettacolo aderenti al Fus (Fondo Unico per lo Spettacolo).
L’idea di un “reddito di quarantena” anche per gli operatori della cultura
Per il momento si tratta solo di proposte che per entrare in vigore dovranno essere messe “nero su bianco”. “Relativamente alla necessità di un sostegno al reddito per il comparto della cultura ho esplicitato al Ministro la necessità che questo stesso sia più universale possibile – afferma l’Assessore alla Cultura del Comune di Napoli, Eleonora De Majo – un reddito di quarantena che solleverebbe molto un comparto caratterizzato da tanto sommerso e tanto nero“.
Tra le proposte al vaglio, sottoposte in videoconferenza dalla stessa De Majo, vi sarebbe anche quella di istituire un fondo di emergenza gestibile direttamente dagli Assessorati culturali competenti.