
Secondo l’agenzia di stampa facente capo al presidente Kim Jong-un, in Corea del Nord sarebbe stata sperimentata, solamente per scopi difensivi, una nuova arma ad alta tecnologia
Dalla Corea del Nord giunge la notizia di un’arma nucleare “ad alta tecnologia”, concepita unicamente per “difendere (in maniera metaforica) il territorio con barriere di ferro”. A poco più di un anno di distanza dai lanci missilistici voluti dal dittatore Kim Jong-un, la news desta nuovamente preoccupazione negli Stati Uniti e nel mondo intero.
Le reazioni dagli Stati Uniti al comunicato di Pyongyang
L’agenzia governativa di stampa della Corea del Nord, per quanto abbia sottolineato la finalità strettamente “difensiva” dell’arma hi-tech, ha anche però messo in risalto la diretta supervisione da parte del presidente Kim Jong-un durante la sua prima sperimentazione; il test, infatti, avrebbe raggiunto “tutti gli indicatori di progettazione superiori” previsti dal governo di Pyongyang. Secondo il vice presidente statunitense, Mike Pence, tuttavia, non si devono creare allarmismi in quanto il presidente Donald Trump confida molto nella volontà del dittatore Kim Jong-un di mantenere gli accordi stipulati in merito allo smantellamento delle basi nucleari in Corea del Nord; argomento sul quale, a suo avviso, “sono stati fatti grandi progressi”.
I motivi dello scetticismo verso l’atteggiamento della Corea del Nord
Allo stato attuale, se da un lato Kim Jong-un, almeno in via ufficiale, pare abbia deciso di rinunciare alla realizzazione di nuovi test missilistici, dall’altra l’idea di un totale disinteresse della Corea del Nord verso armamenti nucleari sembra non convincere pienamente l’opinione pubblica mondiale alla luce di alcuni recentissimi fatti. Circa una settimana fa, infatti, è saltato a New York, per cause imprecisate, l’incontro previsto tra i due rappresentanti dei governi nordcoreano (Kim Yong-chol) e statunitense (Mike Pompeo), che doveva a sua volta essere propedeutico ad un ulteriore summit nel 2019 tra i rispettivi capi di Stato. Inoltre, alla luce del reportage fotografico divulgato recentemente dai servizi segreti di Washington, la Corea del Nord terrebbe nascoste nel suo territorio un discreto numero di basi militari (si stima tra le 13 e le 20) nelle quali sarebbero in corso studi per nuovi test atomici.
Proprio sulla questione “nucleare” mancherebbe, in realtà, un chiaro accordo fra Trump e Kim Jong-un. Da una parte, infatti, il presidente statunitense ha richiesto la divulgazione di tutte le informazioni sulla politica militare della Corea del Nord ma, dall’altra, il dittatore nordcoreano, prima ancora di smantellare del tutto le basi, vorrebbe ottenere un cambiamento, in positivo, della politica adottata dall’Onu nei suoi riguardi, a cominciare dalla riduzione delle sanzioni di natura economica.