
Father and Son, videogame ambientato nella stupenda cornice del Mann (Museo Archeologico Nazionale di Napoli), è da oggi, venerdì 27 marzo, scaricabile anche nella versione in lingua partenopea
Gli utenti di Father and Son potranno ascoltare il protagonista Michael e gli altri personaggi del game in un’atmosfera diversa e sicuramente più suggestiva. Attivando l’opzione in dialetto, si potrà vivere, seppur virtualmente, un’esperienza di interazione con la gente dei vicoli e delle piazze di Napoli
Father and Son: il gaming per avvicinare alla cultura
Father and Son: un videogame, quello del Mann, tra i primi nel suo genere. Il prodotto, concepito circa tre anni fa dall’Associazione Tuo Museo, è stato fonte di ispirazione per altri simili curati sempre da noti istituti culturali italiani (Museo Archeologico di Taranto, Palazzo Pitti di Firenze, ecc.)
I creatori di Father and Son, infatti, hanno saputo dimostrare, con la loro idea, che i videogame possono avvicinare più facilmente ai musei soprattutto i non addetti ai lavori.
Sono oltre 4 milioni, infatti, gli utenti che hanno scaricato sinora gratuitamente sul proprio device il prodotto videoludico del Mann. Il 43% dei giocatori registrati è di origine cinese mentre il tasso di gradimento medio riscontrato si aggira intorno a 4.5.
“Lavorare oggi sulla digitalizzazione e l’innovazione dei Musei, fortemente voluta e sostenuta dal Mibact, vuol dire lavorare anche sul gaming, ormai riconosciuto strumento di condivisione e accessibilità – ha affermato il Direttore del Mann, Paolo Giulierini – farlo nella difficilissima situazione attuale, che ha imposto una forte accelerata in questo senso all’intera società italiana, ci motiva sempre di più nel percorso intrapreso tre anni fa con Father & Son”.
Un attento studio alla base della versione “napoletana”
La nuova versione di Father and Son è il risultato di un meticoloso lavoro effettuato da un gruppo di studenti napoletani, guidati dall’avvocato Vincenzo De Falco. Quest’ultimo è uno studioso della lingua partenopea ed è autore di un compendio sulla materia (Alfabeto napoletano).
De Falco, in base alla sua esperienza, ha fornito preziosi consigli ai ragazzi impegnati in questo compito. Nella scelta dei vocaboli, in particolare, i giovani studiosi hanno tratto spunti dalla terminologia usata sia in antiche canzoni che nelle relazioni diplomatiche alla corte dei Borbone. Una prova, questa, di come non si debba considerare il napoletano come un semplice dialetto.
Altre due versioni da aprile ed un sequel in autunno…
Le novità, per quanto riguarda Father and Son, non finiscono qui. A partire dal 20 aprile il game sarà disponibile anche in altre due lingue: giapponese e tedesco. Un tale allargamento linguistico si lega, infatti, alla consapevolezza di avere un’utenza virtuale perlopiù straniera (solo il 7% dei players è italiano).

Inoltre, il Direttore Giulierini ha annunciato per il prossimo autunno l’uscita di un sequel della storia. Ad entrare in gioco sarà un nuovo personaggio, Gloria, donna dei quartieri popolari di Napoli.
Presa dai dubbi in merito ad una proposta di matrimonio, la protagonista decide di recarsi al Mann. Si sviluppa, così, un viaggio affascinante attraverso le sezioni principali del museo, come la Galleria Farnese, gli Affreschi Pompeiani e la da poco riaperta Collezione Preistorica.
Nel sequel ci sarà spazio anche per una delle più recenti mostre allestite presso l’Archeologico. Tuffandosi, infatti, nell’atmosfera di “Hercules alla guerra”, Gloria indosserà i panni di una delle partigiane delle Quattro Giornate.
Il linguaggio dei videogame, dunque, come “ponte” innovativo tra antichità e mondo attuale. Con Father and Son e le sue future evoluzioni il Mann e Napoli beneficeranno indubbiamente di un potentissimo strumento di divulgazione e valorizzazione.