
Il Trono di Spade sta tenendo incollati davanti ai teleschermi milioni di persone in tutto il mondo; la terza puntata dell’ottava stagione ha forse raggiunto il punto più alto dell’intera serie
La terza puntata del Trono di Spade ha scaldato gli animi e i cuori di migliaia di spettatori in tutto il mondo. L’ottava stagione, partita a ralenti, ha raggiunto il climax in una puntata devastante, che ha letteralmente bucato lo schermo.
Cenni di regia
La terza puntata presenta una regia estremamente emotiva. I campi lunghi e le inquadrature dall’alto sono perfettamente funzionali a rendicontare i violenti scontri tra le fazioni e le spettacolari scene ante guerra; mentre, le lente carrellate (frontali e di quinta) a seguire i protagonisti e i primi piani a zoomare, svestono completamente i personaggi e trapassano l’animo dello spettatore.

Chi guarda rimane scioccato da immagini forti, che parlano più di mille parole. E allora non possiamo che restare abbagliati dal magico fuoco della Donna Rossa che accende tutte le lame dei Dothraki e si nutre dello sgomento negli occhi degli astanti; lo scontro epico tra i draghi sopra il lenzuolo di nuvole; il calvario di Jon che si fa strada tra masse di non morti che cadono da ogni dove; per finire con la lenta camminata a ralenti del Re della notte verso Bran, accompagnata da una musica suadente e terminata con l’eroico gesto di Arya.
La battaglia di Grande Inverno
La battaglia di Grande Inverno resterà probabilmente nella storia del cinema. Gli scontri tra i vivi e i non morti hanno tirato fuori il meglio degli attori, che sono sembrati completamente assorbiti dai ruoli, con una regia che ha alternato duelli di singoli personaggi a lotte tra intere frange di soldati. Alcuni protagonisti hanno abbandonato per sempre le scene, ma, probabilmente, è il prezzo minimo da pagare per sopravvivere ad un esercito indiavolato di Estranei:
- Ser Jorah Mormont: morto brandendo la spada fino all’ultimo istante di vita, mostrando ancora una volta, devozione assoluta alla madre dei draghi. L’inclinazione affettiva provata per Ser Jorah è sempre stata legata alla sua esperienza da uomo vissuto e alla sua estrema fedeltà: anche quando Daenerys lo credeva un traditore, è sempre emersa l’onestà di un uomo sincero e fedele ai suoi ideali;
- Theon Greyjoy: morto da eroe, difendendo Bran fino alla fine. Theon ha avuto un percorso altalenante. Il tradimento commesso verso gli Stark iniziò il giovane ad una vera e propria discesa agli inferi; e forse qualcuno avrà pensato che le pene sofferte, in fondo, erano meritate. Ma, nonostante ciò, ha saputo farsi perdonare compiendo un vero e proprio percorso di redenzione e sacrificandosi per il bene comune;
- Lyanna Mormont: la piccola lady mostra un coraggio da leone, dando un esempio straordinario ai suoi uomini: muore tra le grinfie di un gigante, ma prima riesce pugnalarlo nell’occhio e a sbriciolarlo in mille pezzi;
- Eddison Tollet: guardiano della notte, ha sempre meritato tanto rispetto; morto salvando la vita a Sam;
- Beric Dondarion: resuscitato più e più volte, Dondarion si è sacrificato per proteggere Arya e il Mastino: è proprio il suo sacrificio, il salvataggio di aria, che muoverà il tutto verso il “lieto fine”.
Ma è davvero un lieto fine?
Beh, gli Estranei sono sconfitti e il Re della Notte è stato battuto, ma il numero di morti tra le fila dei “vivi” è elevatissimo: si contano ,infatti, migliaglia di Dotraki, uomini di ferro, bruti, immacolati, nonché un drago e in ultima, la sacerdotessa Melisandre, che aveva previsto la sua fine “prima dell’alba”. Con questo alto tasso di vittime, è realistica un’altra guerra contro Cersei e il suo spietato esercito?

Ad ogni modo, risulta davvero difficile immaginare cosa accadrà nella prossima puntata, anche perché ci si chiede come sia possibile reggere il passo con un terzo episodio che è stato, senza dubbio alcuno, mozzafiato, nonché del tutto imprevedibile.