
Una mancanza di concretezza imbarazzante. Una divulgazione di numeri sul Covid-19 e pochi fatti tangibili
Frasi fatte ed esposizioni da “capriole dialettiche”.
Siamo allo stremo, ed è un fatto acclarato, ma è difficile fare una valutazione e, quindi, è tutto demandato alle previsioni del comitato tecnico-scientifico che provvederà a indicare la strada migliore.
I numeri ballerini del Coronavirus
Intanto 3245 decessi in Cina e 3405 in Italia.
La spiegazione, però, sta nel fatto che il territorio interessato, nel primo caso, è composto da circa 74 milioni di persone; la sola Lombardia – Regione più colpita – conta 11 milioni di abitanti.
Intanto un connotato di carità: Fra Aquilino Appassiti
Il monaco cappuccino, già missionario in Brasile, è oggi il cappellano dell’Ospedale di Bergamo ed ha permesso ai parenti delle persone decedute di pregare sulle bare dei propri cari; con un cellulare si è messo in contatto con le famiglie consentendo di salutare la vittima del Coronavirus. A 84 anni ed affetto da complesse patologie, pregando sulle bare estende a tutti la supplica.
Il discorso si dipana ancora sui numeri; è un decreto tampone; è un provvedimento di marzo. Ci sarà un altro provvedimento ad aprile.
Intanto la Spagna ha messo sul tavolo 200 milioni di euro, eppure nel 2012 – al pari dell’Italia – fu salvata da Draghi.
Ancora numeri e arzigogoli dialettici in cui emergono, man mano, che bisogna attendere i Decreti attuativi. Le forniture CONSIP, al massimo ribasso, sono indirizzate ad acquistare “cose” che possono essere inadeguate; la Cina, l’India ed il Vietnam sono i Paesi che producono.
Ulteriori restrizioni? Dobbiamo combattere una guerra contro un nemico invisibile e, pertanto, dobbiamo aspettarci di tutto.
Lucia De Martino