
È dell’ultima ora la notizia secondo cui i soldi incassati dalle multe a Google e Big G in due anni, finiranno nel budget comunitario dell’UE
La svolta decisiva c’è stata ieri, l’UE ha multato Google con una sanzione pari a 4,3 miliardi di dollari, per la posizione predominante sugli smartphone Android.
Già nel 2017 era stato multato Big G (l’assistente vocale di Google) per una somma di 2,3 miliardi di dollari che sommati all’ammenda di quest’anno, porterà nelle tasche della Commissione Europea una cifra pari a 6,7 miliardi di dollari.
Tuttavia, Google non è l’unico ad aver subito sanzioni pecuniarie nell’ultimo anno, anche multinazionali come Facebook, Microsoft e Intel hanno sborsato nelle casse della Commissione Europea cifre pari a milioni (talvolta miliardi) di dollari.
Come cambia Android?
La vera domanda in seguito al recente tumulto è: come cambierà adesso Android?
È ancora presto per fare ipotesi, non ci si può ancora sbilanciare molto. Tuttavia, sembra che nei prossimi mesi le cose resteranno più o meno uguali.
Intanto la Commissione Europea afferma che il colosso californiano dovrà rispettare alcune regole:
- Non potrà in alcun modo chiedere ai produttori Android di preinstallare sui dispositivi App Google
- Non potrà pagare tali produttori perché inseriscano esclusivamente Google come motore di ricerca preinstallato
- Non dovrà impedire il fork di Android, vale a dire versioni non ufficiali, al produttore che vorrebbe inserire sul dispositivo App Google preinstallate
Google ribatte e afferma che se per tutto questo tempo ha agito così era per evitare la frammentazione, in modo che le stesse applicazioni fossero presenti su diversi dispositivi.
Tuttavia, sembra che Android, che resta ancora un Open Source (cioè modificabile nel tempo), ha in qualche modo standardizzato la scelta di Google sui dispositivi, preferendolo ad altri.
Non ci resta che aspettare e vedere cosa accade nei prossimi mesi, stando allerta sui prossimi cambiamenti in arrivo.