L’esistenza di questi due martiri romani è storicamente provata dal fatto che già nel IV secolo Papa Damaso aveva composto una iscrizione per il loro sepolcro.
Leggendario è invece il racconto della loro vita: sarebbero stati due fratelli eunuchi, schiavi della nobile Eugenia, figlia di Filippo il nobile prefetto di Alessandria di Egitto, che convertirono al cristianesimo.
Eugenia avrebbe ceduto i due giovani alla nobile Bassilla, convertitasi a sua volta grazie ai loro insegnamenti. Operarono altre conversioni, finché vennero arrestati e imprigionati costretti all’adorazione degli Dei. Furono infine bastonati a sangue e poi condannati alla decapitazione.
Le ossa di Proto sono venerate nel Collegio di Propaganda Fide, quelle di Giacinto nella chiesa di S. Giovanni dei Fiorentini.
A Napoli si dice:”Ogni cane ca’ fuje sape ‘e fatt suoje”.
(Se qualcuno scappa c’è sicuramente un motivo).
Riflessione del giorno:
Puoi conoscere il cuore di un uomo già dal modo in cui egli tratta gli animali.
(Immanuel Kant)
Casimiro Todicchio